Nel seguente racconto utilizzerò per il protagonista il pseudonimo di Andrea. È un amico la cui modestia non ha eguali alla sua generosità. La sua totale assenza di orgoglio, vanità e invidia lo rende per me un oggetto di osservazione propriamente barocco. Come se una forma di oscurità consustanziale al nostro mondo non potesse raggiungerlo, nonostante i ripetuti sforzi di essa.
Si confida estremamente raramente, poiché possiede inoltre quella raffinatezza d'animo che pone come valore cardinale la volontà di non perturbare il prossimo con le proprie difficoltà e tormenti
Il massimo della sua ribellione si manifesta, due o tre volte al mese, in genere in tarda serata. Dopo una giornata di lavoro senza sosta, declama poi la sua frase: “Andiamo a bere! ". Anche se l'alcol non ha alcun ruolo liberatorio, essendo la sua bevanda preferita la Coca-Cola, è comunque un momento gioioso che funge da antidoto a un momento particolarmente buio.
È in questo contesto, dopo aver posato il suo berretto su uno dei tavoli del Dorian, che me ne raccontò la storia.
Preliminarmente tengo a precisare che Andrea viaggia molto ed è ottimamente organizzato per farlo. Non trasporta che l'essenziale e non ha mai smarrito nulla durante un viaggio.
Siamo quindi in una forma di routine, il volo Ginevra-Venezia e poi l'autobus o il treno, o anche entrambi a seconda delle circostanze, per raggiungere la sua amata Ferrara.
Superata la dogana dell'aeroporto, si dirige verso la stazione degli autobus. La brezza veneta gli ricorda allora di indossare il suo berretto. Fu in quel momento che si rese conto di averlo dimenticato, lui che non perde mai nulla, in aereo o durante lo sbarco. Un sentimento di panico lo prende immediatamente. In effetti, quando si perde un oggetto, è sempre immaginabile ripercorrere tutto il percorso al contrario. Impossibile nel caso in questione fare più di poche decine di metri che percorre rapidamente fumando freneticamente una Camel...niente!
Lettore, ti sento sorridere... Un tale agitazione per un berretto?
Quello che non sai è che questo copricapo era l'ultimo regalo di sua madre, mancata da poco. La protezione che offriva superava l'utilità, era simbolica, incondizionata. Come solo può esserlo la benevolenza, l'attenzione di una madre per suo figlio.
Sbalordito dalla perdita, meccanicamente, riprende il suo cammino verso l'autobus. Arrivato ai piedi del veicolo, percepisce a terra un oggetto di colore chiaro, in lana. Il logo è lo stesso! È il suo berretto Molto felice, se ne impadronisce e si siede.
Avrebbe potuto fermarsi lì nella sua contentezza, ma durante il viaggio cerca di ricostruire gli eventi. In effetti, il berretto riposava in un luogo che non aveva mai raggiunto, e di gran lunga...
È facile dedurre, però, che qualcuno l'avrà trovato, forse nella fila dei controlli passaporti, e anticipando Andrea che era brevemente tornato sui suoi passi, lo aveva smarrito a sua volta.
Andrea sorrideva, perché vedeva lì un segno, un meraviglioso cenno della provvidenza. Strinse tra le mani il prezioso berretto, girandolo in tutti i sensi di contentezza, e se lo mise in testa. Non stringeva più come poche ore prima. Impossibile, pensò! Riprovandolo ancora, se il marchio, il colore erano gli stessi, la taglia non corrispondeva. Era una L mentre la sua era una M...
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